Il libro che racconta la vita di Giovanni Falcone
Premessa
Lo scopo di questo post è quello di descrivere il libro che ho letto in classe insieme alla professoressa e i miei compagni, “Per questo mi chiamo Giovanni”.Per avere maggiori notizie ho consultato un libro che avevo a casa e vari siti internet.
Gli anni della gioventù
Il personaggio principale di questo racconto è Giovanni, chiamato così proprio perché è nato lo stesso giorno della morte di Giovanni Falcone; un coraggioso uomo, magistrato Italiano, originario di Palermo, che ha combattuto contro la mafia fino al suo ultimo giorno di vita (18 maggio 1939 – 23 maggio 1992).Il legame tra il padre di Giovanni e Cosa Nostra
Il padre di Giovanni subì parecchie minacce da parte della mafia: L'ultimo venerdì di ogni mese dei signori passavano dal suo negozio dper ritirare dei soldi; chiamato “pizzo”.Passato del tempo, per il padre di Giovanni era diventata un’ abitudine pagare ogni mese, ma dopo la strage di Capaci egli cambiò idea; il padre per molto tempo si sentì in colpa perché pensava che con alcuni dei suoi soldi dati per colpa del pizzo, avessero comprato il materiale per l'esplosione; quindi decise di non pagare più; successivamente si ritrovò il negozio in fiamme.
La mafia è un organizzazione criminale che non guarda in faccia a nessuno, non bada a violenze e omertà, è formata da persone che si dedicano ad attività illecite.
Quella che coinvolge il padre di Giovanni è “Cosa nostra”, presente in Italia, soprattutto in Sicilia, ma anche in altre parti del mondo.
Rituali
I rituali di affiliazione sono riti di passaggio in cui si uniscono simbologie sacre in gran parte mutuate dalla chiesa cattolica; segnano l’ingresso in una nuova vita; come se fosse il “battesimo di un nuovo mafioso”. Questo rito si pratica spesso sui “picciotti”: che sono al grado più basso della gerarchia di una cosca mafiosa.
Il rituale di affiliazione permette di entrare in una sfera esistenziale diversa. Si abbandona un mondo per varcare i confini di un altro: quello dell’organizzazione mafiosa. Alla fine di questo giuramento non puoi più tornare indietro, Non sono contemplate prassi per uscire dal vincolo mafioso se non con la morte.
La persona che deve essere iniziata viene portata in una stanza con tutti i componenti della famiglia.
Uno dei momenti più significativi, da cui poi la cerimonia prende il nome, è quando l’iniziato si punge l'indice della mano o con una spina di arancio amaro o con un'apposita spilla d'oro.
Il sangue ricavato viene usato per imbrattare un'immagine sacra, un santino per esempio, e cui in seguito viene dato fuoco mentre il nuovo affiliato la tiene tra le mani e pronuncia questo giuramento:
La persona che deve essere iniziata viene portata in una stanza con tutti i componenti della famiglia.
Uno dei momenti più significativi, da cui poi la cerimonia prende il nome, è quando l’iniziato si punge l'indice della mano o con una spina di arancio amaro o con un'apposita spilla d'oro.
Il sangue ricavato viene usato per imbrattare un'immagine sacra, un santino per esempio, e cui in seguito viene dato fuoco mentre il nuovo affiliato la tiene tra le mani e pronuncia questo giuramento:
Successivamente, vengono elencati al nuovo affiliato gli obblighi che dovrà rigorosamente seguire, come per esempio: non desiderare la donna di altri uomini d'onore; non sfruttare la prostituzione; non uccidere altri uomini d'onore, salvo in caso di necessità; mantenere con gli estranei il silenzio assoluto su Cosa Nostra ecc…
i pentiti, invece, sono delle persone che fanno parte di una cosca mafiosa ma una volta arrestati collaborano con la giustizia per scontare la propria pena.
Un giorno, Giovanni Falcone, si ritrova ad interrogare un pentito: Tommaso Buscetta, chiamato anche don Masino.
A quest’ultimo sono stati rapiti i figli e uccisi molti famigliari; e proprio per questo, i magistrati sanno che toccando i sentimenti del pentito, arriveranno a l’intera organizzazione mafiosa; questo accadde l'8 novembre del 1985, grazie a Tommaso Buscetta furono portati 474 uomini d'onore davanti a un tribunale per accusa di mafia.
La vicenda finì l'11 febbraio del 86, cominciò il Maxiprocesso a Palermo, con 210 mafiosi dentro 30 celle.
Il post l'ho iniziato a scrivere qualche giorno prima per essere sicura di non tralasciare delle cose importanti, l'ho terminato e consegnato il giorno prima della consegna.
i pentiti, invece, sono delle persone che fanno parte di una cosca mafiosa ma una volta arrestati collaborano con la giustizia per scontare la propria pena.
Un giorno, Giovanni Falcone, si ritrova ad interrogare un pentito: Tommaso Buscetta, chiamato anche don Masino.
A quest’ultimo sono stati rapiti i figli e uccisi molti famigliari; e proprio per questo, i magistrati sanno che toccando i sentimenti del pentito, arriveranno a l’intera organizzazione mafiosa; questo accadde l'8 novembre del 1985, grazie a Tommaso Buscetta furono portati 474 uomini d'onore davanti a un tribunale per accusa di mafia.
La vicenda finì l'11 febbraio del 86, cominciò il Maxiprocesso a Palermo, con 210 mafiosi dentro 30 celle.
Conclusioni
Questo lavoro mi è piaciuto particolarmente perché abbiamo trattato un argomento molto interessante e che mi ha sempre incuriosito, per questo durante lo svolgimento non ho avuto gravi difficoltà; spero che in futuro riparleremo e analizzeremo altri aspetti della mafia.Il post l'ho iniziato a scrivere qualche giorno prima per essere sicura di non tralasciare delle cose importanti, l'ho terminato e consegnato il giorno prima della consegna.
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